Il libro Micia Zoe allʼospedale nasce da unʼesperienza, o forse è meglio dire un’esigenza, personale.
Quando, durante lʼecografia morfologica in gravidanza, la ginecologa ci ha detto che la nostra bambina Zoe aveva il bacinetto renale sinistro espanso, segnale evidente di una stenosi del giunto pielo-ureterale, siamo caduti dalle nuvole… Non ne avevamo mai sentito parlare e nessuno in famiglia aveva mai sofferto di problemi di quel tipo. Sono cose che succedono, “difetti di fabbricazione” che possono verificarsi nella complessa formazione del feto.
L’uretere sinistro di Zoe, quel tubicino che porta la pipì dal rene alla vescica, è troppo stretto, la pipì non riesce a scendere e se scende lo fa con molta difficoltà. Le infezioni sono sempre in agguato, il rene va in sofferenza e il rischio che perda del tutto la sua funzionalità è molto alto. Col tempo la situazione di Zoe è peggiorata e dopo molte visite, spesso invasive, dolorose e fastidiose, allʼetà di un anno e mezzo si è resa necessaria una prima operazione.
Un genitore, posto di fronte allʼospedalizzazione del figlio, si trova a vivere una serie di sentimenti contrastanti. Non si riesce mai a pensare in modo del tutto positivo e ogni giorno si è assaliti dalla paura che le cose vadano male; subentra poi un forte senso di frustrazione e impotenza di fronte al fatto che non si può fare nulla per evitare la sofferenza fisica del proprio bambino e infine si fa strada il timore di un trauma psicologico. In realtà, abbiamo poi scoperto che i bambini, nella loro meravigliosa e disarmante inconsapevolezza, affrontano certe esperienze con una forza e una capacità di elaborazione del tutto sconosciute agli adulti! Abbiamo tanto da imparare…
Se purtroppo nulla si può contro medici, ospedali, medicine e dolore, lʼunico aspetto su cui è possibile intervenire, sentendosi finalmente utili, è fare di tutto affinché il bambino riesca ad affrontare lʼesperienza del ricovero con serenità, vivendola come una sorta di avventura, di gioco particolare, come una cosa passeggera che può succedere a tutti e soprattutto necessaria per tornare a stare bene, alla quale in futuro il piccolo ripenserà, semmai ne serberà il ricordo, con leggerezza.
Quindi: come aiutare Zoe a elaborare la cosa? Semplice: con un libro! Una storia da leggere assieme, un percorso da condividere per entrare in confidenza con la malattia e lʼospedale. Perché assieme andremo in ospedale e assieme affronteremo la malattia. Ci siamo messi alla ricerca di un testo che narrasse una storia vicina allʼesperienza di Zoe, ma non siamo riusciti a trovare nulla che facesse al caso nostro: volevamo un libro che illustrasse, tappa dopo tappa, tutto quello che la bambina avrebbe vissuto, dalla partenza da casa fino al ritorno alla vita di tutti i giorni… E non l’abbiamo trovato.
E così io, mamma Simona, ho deciso di realizzare con le mie mani un libretto nel quale, sotto forma di storia in rima e per immagini con animali come protagonisti, ho narrato e disegnato in modo leggero e spiritoso la vicenda clinica di Zoe. In questo modo del tutto spontaneo e artigianale è nato Micia Zoe allʼospedale! Attraverso la lettura della sua storia nostra figlia è sempre stata consapevole di ciò che le sarebbe successo e noi genitori, calandoci nel gioco, abbiamo elaborato una realtà difficile da accettare.
Su incoraggiamento di familiari, medici, psicologi ed educatrici si è concretizzata lʼidea di pubblicare un vero e proprio libro. Così ho affidato la mia storia alla casa editrice Matti da rilegare, specializzata in libri per bambini, alle abili mani dell’illustratrice Greta Castellani, che ha reso i miei disegni artigianali adatti alla stampa, e al mouse della grafica Frida Proietti Mondi, che ha impaginato il tutto.
La speranza è che Micia Zoe all’ospedale diventi un piacevole compagno di viaggio per tutti i bambini che devono affrontare la grande avventura dell’ospedale.